Sabato 22 Ottobre - Manifestazione "Convergere per insorgere"
La Colonna Solidale Autogestita è un progetto di mutuo appoggio nato nel pieno della pandemia, quando occorreva autorganizzarsi per costituire reti concrete di solidarietà, di fronte all’ennesima emergenza all’interno di una crisi economico-sociale di sistema.
Molto semplicemente, la Colonna raccoglie e redistribuisce cibo, farmaci e beni di prima necessità a chi si trova in difficoltà, e ha aperto un doposcuola solidale, senza passare dalle istituzioni; questo ci ha permesso di entrare in contatto con le fasce più deboli della città.
Non abbiamo mai concepito la nostra azione come un intervento che riempia i buchi dei servizi pubblici: la Colonna infatti non fornisce un servizio, non sopperisce alle mancanze dello Stato, non è la Caritas, bensì pratica il mutuo appoggio come forma di aggregazione e di lotta per la trasformazione dell’esistente.
Rifiutiamo l’assistenzialismo e ci autorganizziamo in maniera orizzontale al di fuori delle istituzioni, non facciamo distinzioni tra chi beneficia e chi aiuta, e puntiamo sull’orizzontalità delle relazioni.
Sviluppare le reti di mutuo appoggio significa anche rafforzare e diffondere le reti della cura, affermando un posizionamento sia tranfemminista, cioè che tenga in considerazione la violenza e lo sfruttamento specifico subìto dalle donne e dalle soggettività LGBTQ+, sia ecologista cioè avverso all’estrattivismo e al consumo di suolo.
Oltre alle pratiche locali di supporto, non dimentichiamo di considerare il contesto più ampio e sistemico dei flussi migratori transnazionali. Abbiamo infatti appoggiato, raccogliendo vestiti, farmaci e beni di prima di necessità, le carovane che hanno portato supporto ai migranti in transito in Bosnia e al confine tra l’Italia e Francia; perché sappiamo bene che i meccanismi che generano sfruttamento all’interno dei confini statali sono gli stessi che traggono interesse a sostenere una libera circolazione delle merci ma non delle persone. Con meccanismi securitari di controllo e violenza, uomini e donne migranti vengono lasciati ai margini della fortezza Europa anche per anni, oppure accolti con meccanismi differenziali che individuano migranti di serie A e migranti di serie B, come ha mostrato l’esplosione della guerra in Ucraina e con le leggi sempre più stringenti legate alla concessione dell’asilo.
A Bologna i risultati di queste dinamiche globali e locali si vedono soprattutto nelle periferie; gli abitanti sono sempre più colpiti dalla precarietà economica e dai processi di gentrificazione, che alzano i prezzi degli edifici del centro allontanando le persone e confinandole in veri e propri ghetti come il quartiere Pilastro. Inoltre, il caro bollette, l’aumento generale del costo della vita e il problema degli affitti continuano e continueranno in futuro a produrre sempre nuovi poveri.
Oggi quindi siamo qui per denunciare che, a fronte di questa situazione ormai cronica, i governi nazionali e locali finanziano unicamente le grandi opere, come il Passante di Mezzo, che servono solo ad arricchire gli speculatori, mentre i servizi sono insufficienti, non riescono a coprire le necessità di tutte le fasce della popolazione, e rientrano nella cornice del razzismo istituzionale perché riproducono discriminazione. Queste disuguaglianze sociali sono funzionali alle logiche di profitto e sfruttamento, dunque marginalizzare le persone povere o in situazioni di disagio serve a non creare occasioni di incontro e di organizzazione. A questo noi rispondiamo con il mutualismo, con l’intersezionalità, e con l’unione delle lotte.
Crediamo, infatti, che il mutualismo possa fornire un aiuto concreto nella quotidianità delle persone marginali, ma anche costituire un appoggio significativo alle lotte, alle pratiche di occupazione e autogestione, ai picchetti, e alle iniziative dei movimenti sociali in cui ci riconosciamo.