Apriamo uno Sportello di Supporto per la Riappropriazione del Reddito

Che la solidarietà e il mutuo appoggio diventino la base di nuove lotte per una vita migliore!

I nuovi DPCM emanati dal Governo (uno dietro l’altro senza verificare se il primo abbia prodotto effetti!), anziché affrontare le problematiche poste dalla nuova impennata della pandemia, impartiscono norme che vanno dai consigli al coprifuoco, stabilendo un’altra serie di restrizioni sociali, differenziati per zone (rossa, arancione e gialla). Un nuovo lockdown, questa volta, “light”: nelle zone rosse si chiude tutto, ma non le industrie e le scuole fino alla prima media; mentre in quelle arancione si chiudono i bar e ristoranti, ma non i parrucchieri e i centri estetici; in quelle gialle chiudono i cinema, i teatri e i musei (così come nelle altre zone) e dalle ore 22:00 scatta il coprifuoco ovunque.

Non vengono aumentati i mezzi di trasporto, nei quali si viaggia stipati, ma viene stabilito che questi possono essere riempiti solo fino al 50%, ignorando le necessità reali, dal momento che le strutture produttive rimangono aperte. Le scuole superiori vengono chiuse e si fa “didattica a distanza” infischiandosene delle dotazioni degli/delle studenti, o che questi/e abbiano a casa una connessione stabile per evitare che una lezione di un’ora diventi la prova tecnica di una seduta spiritica; trascurando le misure e gli approntamenti fatti nei mesi scorsi proprio per evitare la DAD. Chiudono palestre e piscine, teatri e cinema, anche se non ci sono evidenze epidemiologiche sul contagio in questi luoghi. Non vengono affrontate tutte le problematiche connesse a quei settori che inevitabilmente rimangono in piena attività per poter far restare a casa gli altri.

Queste misure contraddittorie peggiorano le già precarie condizioni dei/lle lavoratori/trici di questi settori, così come di tutti quegli altri del lavoro precario e dell’economia informale, rendendo a molti/e la vita, anzi la sopravvivenza, difficile.

Il modo in cui l’emergenza sanitaria viene affrontata dallo Stato italiano sta portando alla luce le profonde contraddizioni del sistema stesso. Lo sfacelo della struttura della sanità pubblica, con la chiusura di parte della rete territoriale; le strategie adottate dagli amministratori delle stesse strutture sanitarie (ormai orientate alle logiche “aziendali”, cioè al profitto) con sospensioni e chiusure parziali di reparti che provocano non solo ritardi inauditi per visite e terapie, ma anche di conseguenza l’incremento di morte per altre malattie (in primis cardiache e per tumori). Tutto ciò avviene a fronte discelte strategiche del governo che privilegiano l’aumento delle spese militari e per gli armamenti, anziché quelle per la sanità, per i trasporti, per la scuola.

Da marzo a settembre le scuole sono state chiuse, ma non è stato fatto alcun lavoro per migliorare le condizioni strutturali e garantire una maggiore funzionalità in sicurezza degli spazi, con aumento delle classi, riducendone il numero degli alunni; ne avrebbe guadagnato non solo la sicurezza ma anche la didattica e in oltre sei mesi si sarebbe potuto fare. Addiritturaquest’anno l’assunzione dei nuovi docenti e del personale ATA è avvenuta con gli stessi e anche maggiori ritardi degli altri anni, senza prevederne un adeguato aumento. Nulla è stato predisposto per fornire alle scuole adeguati strumenti tecnici per favorire e garantire una eventuale didattica digitale integrata alla didattica in presenza.

Invece si è prima predisposto, per circa una settimana, che solo il 25% degli alunni potesse andare a scuola, gli altri stavano a casa a cercare di connettersi alle lezioni online, e in seguito hanno deciso di estendere la didattica a distanza per tutti/e.

Il trasporto pubblico è intasato nelle ore di punta, basterebbe incrementarlo per qualche ora al giorno, invece si sostengono posizioni ridicole sui tempi di permanenza inferiore a 15 minuti che non permetterebbe il contagio; ma chi prende i mezzi pubblici per andare a lavorare o per andare a scuola sa benissimo che i tempi non sono questi, spesso superano i 30 minuti; nei treni dei/delle “pendolari”, i cui tempi sono mediamente superiori alla mezzora, si entra fino a stiparli, mentre nelle frecce per entrare si fa anche la misurazione delle temperatura e si garantisce il distanziamento: il vergognoso classismo, come sempre, si ripropone anche nella sanità!

Ma gli esempi potrebbero essere, e sono, tanti. La crisi di razionalità è determinata dall’incompatibilità della logica capitalistica e statale con la vita: vedi l’aspetto ambientale, della salute, della finitezza delle risorse e dello stesso pianeta, a fronte della “necessità dello sviluppo economico continuo” finalizzato all’arricchimento di pochi. È stato dimostrato da tanti che anche la pandemia in corso è strettamente connessa, forse derivata, da questi stessi problemi di incompatibilità. È ora di andare oltre l’indignazione! Bisogna trovare il modo e organizzare un cambiamento radicale.

Per noi la solidarietà non può essere intesa solo come “l’evitare di stringersi la mano e di isolarsi quando necessario”, deve poter significare un concreto supporto alle sofferenze e ai disaggi derivati da questo sistema capitalistico, accentuati dalla pandemia. Il mutuo appoggio deve voler dire poter accrescere le proprie forze e le possibilità di vivere e lottare per vivere meglio.

In questo momento pensiamo che sia necessario far ottenere reddito a tutti/e.

Anche per questo vogliamo ampliare le attività della Colonna Solidale Autogestita con l’attività di uno “sportello” di supporto informativo e organizzativo per recuperare e riappropriarci dei possibili redditi.