Reddito e salute, diritti e welfare per tutt*!

Il diritto alla salute non è solo l’accesso a cure adeguate e gratuite, parte ancora prima: dal diritto ad una vita dignitosa. Chi versa in una condizione di povertà e marginalità per forza di cose è più esposto alla malattia, perché vive per strada, perché vive in strutture pubbliche sovraffollate o perché vive in una casa popolare fatiscente e inadeguata ad ospitare nuclei numerosi.

In questi mesi, quando la città solidale si è attivata per fornire un sostegno immediato a chi si è trovato in difficoltà, abbiamo incontrato tantissime di queste persone e sappiamo bene che non è uguale per tutt*. La pandemia e le limitazioni imposte per affrontarla si sono scagliate in maniera rovinosa su chi già viveva una condizione precaria.

Welfare e reddito sono salute pubblica: avere soldi per soddisfare le proprie esigenze, avere una casa adeguata, avere cibo di qualità, avere accesso a servizi di prevenzione e riduzione del danno, poter fare affidamento su servizi territoriali di assistenza, incide direttamente sulla vita delle persone e sulla loro condizione.

Gli aiuti da parte delle Istituzioni sono stati e saranno insufficienti, sono stati e saranno temporanei, secondo uno schema di gestione emergenziale (spesso a braccetto con un’efficientissima gestione del malaffare) che troppe volte abbiamo visto applicato durante gli eventi calamitosi.

La nostra idea è che i servizi e i supporti economici debbano diventare strutturali e garantiti, anche perché siamo consapevoli che a causa dei cambiamenti climatici e di una gestione del territorio carente e inadeguata, il rischio legato alle catastrofi e alle pandemie sarà sempre maggiore.

Inoltre è importante rendersi conto che l’ondata di povertà è solo nelle sue fasi iniziali, il vero disastro sociale arriverà quando finita l’emergenza, non ci saranno più i pochi aiuti, non ci saranno più i blocchi degli sfratti e dei licenziamenti (rispettivamente al 31/12/20 e 21/03/2021).

Non sta a noi dire dove debbano prendere i soldi ma è immediato pensare ad esempio all’eliminazione di tutte le spese militari e per i costosissimi F35, all’abbandono del progetto della TAV e alla redistribuzione della ricchezza dai patrimoni di chi anche in questi mesi è riuscito ad arricchirsi verso le comunità e le persone.

Noi abbiamo dovuto spartirci le briciole dei bonus spesa, dei bonus affitto, dei bonus bici, etc., tutti meccanismi perversi che alimentano una guerra tra poveri in cui le destre e i fascisti sguazzano e rischiano di trovare sempre più consenso.

L’alternativa è moltiplicare i presidi di mutualismo e solidarietà nei quartieri, un welfare di comunità, per dare un sostegno concreto e per mantenere un tessuto di relazioni e scambio, per creare comunità resilienti alle emergenze e resistenti al fascismo e all’individualismo dilaganti.

Pretendiamo che il Comune si attivi immediatamente per far fronte alle necessità primarie e che successivamente vengano intrapresi percorsi di sostegno all’emancipazione dalla povertà, attraverso l’accesso alla casa (ad esempio, utilizzando stabili comunali e le vecchie caserme vuote) e il sostegno economico (per tutt*, a prescindere da status giuridico, genere e nazionalità).

Condividiamo e facciamo nostre le richieste elencate nell’appello lanciato dall’Assemblea per la salute del territorio e la necessità di fare rete per una grande mobilitazione sul diritto alla salute.

Sabato 7 novembre H16 piazza del Nettuno

Aderiamo alla mobilitazione cittadina “Bologna scende in piazza” per gridare forte che la soluzione a tutto ciò sono Reddito e salute, diritti e welfare!

Sabato 7 novembre H18 piazza del Nettuno